Pelle
Pelle
Il teatro é un’architettura per racchiudere il vuoto, la scena, é costruito attorno a un vuoto. uno spazio d’aria per il suono che si estende in platea, una cassa armonica. La chitarra acustica (il teatro é uno strumento architettonico acustico) non é nelle sei corde, o nei tasti, ma soprattutto nel cerchio attraverso cui la vibrazione risuona, nell’architettura di legno che contiene il vuoto, l’aria. Avviene su una superficie trasparente sottilissima. Nella forma architettonica il boccascena, non c’è alcuna parete da sfondare (cit. caschi di sotto). É uno strumento musicale visto da dentro. Le corde le luci gli archetti sono al di qua del boccascena, la cassa armonica é al di là, ma é anche vero il viceversa. Queste due componenti possono creare una musica .
hoCBinh, che era un vero umanista, “ha” suo modo creato un’ architettura che contiene il vuoto, al di là dell’essere, come infatti ripete, perché non è. Lui stesso é al limite un luogo che contiene ciò che non é, la superficie inesistente tra un dentro e un fuori: il boccascena.
Ma se l’architettura contiene un pieno il suono é ridondante, l’ io onnisciente che parla a un pubblico presente.
In questo senso è vero che un teatro vuoto è immensamente più impressionante della messa in scena con il pubblico. Mi ricordo la sensazione di quando alle elementari ci hanno fatto visitare San Siro vuoto.
Cos’è l’entusiasmo?
Non star più nella pelle. Sempre e solo una via di fuga, da cosa e da chi dipende, basta saperlo :)
Il vuoto, e un racconto in cui la prima persona, l’io narrante, si identifichi nel non essere, sono due cose molto diverse, la prima é rara, la seconda è comune. La prima risuona, la costruzione linguistica di per sé, no.
Il vuoto é lo specchio di tutto, non di niente.
Se non esiste l’io non esiste neanche tu egli noi voi e essi.
In questo senso é vero che un teatro é ovunque c’è un vuoto, non necessariamente nell’edificio preposto.
Tutto questo è solo un appunto, un concetto, conta niente, ma la verità è nel velo.